I mari africani svuotati dai pescherecci stranieri
Le risorse di pesce dell’Africa occidentale si stanno esaurendo a causa dei pescherecci industriali.
Su l’Internazione del 17 maggio 2017, un interessante analisi delle attuali tragiche conseguenze della pesca intensiva industriale nell’Oceano Atlantico al largo del Senegal.
Umberto Bacchi e Kieran Guilbert del Thomson Reuters Foundation espongo le cause e le dirette conseguenze di questo problema sociale-ambientale e di come:
“Le risorse di pesce dell’Africa occidentale, un tempo le più ricche al mondo, si stanno esaurendo a causa dei pescherecci industriali che setacciano gli oceani per soddisfare il bisogno dei mercati europei e asiatici … La diminuzione delle risorse ittiche minaccia il sostentamento e la sicurezza alimentare del Senegal.”
Il report affronta diverse testimonianze tratte da fonti autorevoli ed indipendenti come Greenpeace:
“…più di 400 pescherecci, provenienti soprattutto dalla Cina, dall’Europa e dalla Russia, solcano le acque dell’Africa occidentale. Dyhia Belhabib, esperta di risorse ittiche, spiega che tra le imbarcazioni ci sono almeno una ventina di grandi pescherecci che mirano alla caccia di piccoli pesci per sfamare salmoni, polli, maiali e altri animali destinati all’acquacoltura e ad allevamenti di tutto il mondo.”
Secondo la FAO:
“…una parte rilevante del pescato serve ad alimentare il boom dell’industria dell’acquacoltura (l’allevamento di organismi acquatici per scopi commerciali), che nel 2014 ha usato 74 milioni di tonnellate di pesce per un valore pari a 160 miliardi di dollari. Solo in Senegal – indicano fonti governative – la produzione dell’acquacoltura è cresciuta del 71 per cento, da 1.215 tonnellate nel 2015 alle 2.082 dell’anno scorso.”
Gli autori suggeriscono una soluzione basata su un approccio internazionale del problema:
“C’è bisogno di una strategia comune tra il Marocco, la Mauritania, il Senegal e altri paesi della costa, suggerisce Joseph Catanzano (economista del dipartimento di pesca e acquacoltura della Fao) per una migliore gestione delle riserve di pesce. A peggiorare la situazione c’è la competizione tra i vari interessi nazionali che ha finora sempre prevalso. È necessaria una valutazione accurata di quanto pesce può essere catturato in modo sostenibile prima che ulteriori imbarcazioni abbiano il permesso di navigare nelle acque dell’Africa occidentale, dice Belhabib.”