I signori del cibo: come la finanza condiziona quello che mangiamo
Il cibo, il nuovo terreno di conquista del capitale speculativo.
Silvana Mazzocchi espone sulla rubrica di Repubblica “Passaparola” l’inchiesta di Stefano Liberti, esperto in reportage di politica internazionale che, con I signori del cibo (Minimum fax), offre una analisi illuminante sui tempi in cui viviamo e su un’industria alimentare talmente avida di profitti da distruggere progressivamente il mondo che conosciamo.
Alcuni estratti di Mazzocchi:
“Per raccontare il monumentale business, dominato da protagonisti decisi a controllare ciò che mangiamo per macinare sempre più soldi, Liberti segue la filiera di quattro prodotti alimentari chiave nell’alimentazione del Pianeta: la carne di maiale (sono i cinesi i più accaniti consumatori), la soia, il tonno in scatola e il pomodoro concentrato”.
“Ed è interessante sapere quanti e quali grandi gruppi industriali sono cresciuti in questi anni…Tanto da controllare, ormai, “il mercato alimentare, orientando i nostri gusti e definendo il sapore di quello che mangiamo”… è importante cambiare rotta perché, con l’aumento della popolazione mondiale, le risorse si faranno sempre più scarse e diventerà sempre più urgente ripensare il modello di produzione e di consumo”.
“Il mercato del cibo è gestito da pochi grandi gruppi. In tutti gli anelli della filiera alimentare – dalla produzione, alla commercializzazione, alla distribuzione – assistiamo a una crescente concentrazione di una manciata di attori, resa ancora più poderosa dall’arrivo del capitale dei fondi speculativi”.