Pesticidi e agricoltura industriale
L’agricoltura industriale è un incubo perché ammala e uccide ogni giorno in ogni angolo del mondo.
Un reportage su Facciamo Comune Assieme di Antonio Guerrini sui danni ambientali e le patologie provocate dall’uso dei pesticidi in agricoltura. L’articolo si avvale dell’intervista a Patrizia Gentilini, oncologa ed ematologa.
Alcuni passaggi importanti tratti dal reportage:
Da questa ampia indagine emerge che in oltre 1/3 degli alimenti che arrivano sulle nostre tavole sono presenti residui multipli di pesticidi e contemporaneamente più sostanze, e anche se ciascuna rimane entro i “limiti di legge” non può certo essere considerata scevra di rischi per la salute.
Il meccanismo d’azione presuppone quindi la possibilità di interferire con la capacità delle cellule di comunicare tra loro attraverso gli ormoni e vastissima è la gamma di effetti negativi per la salute che ne conseguono: difetti di nascita, deficit riproduttivi, di sviluppo, alterazioni metaboliche, immunitarie, disturbi neurocomportamentali e tumori ormono-dipendenti. E non bisogna dimenticare che nel 2013 in Francia il Morbo di Parkinson è stato riconosciuto come malattia professionale da esposizione a pesticidi.
…oltre 20.000 lavori scientifici che indagano la relazione fra salute umana e pesticidi: chi ignora o nega questi dati o non è aggiornato (cosa non ammissibile per uno “scienziato”) o è “vittima” di pericolose ambiguità, spiegazione quest’ultima più plausibile, perché quando sono in gioco interessi economici enormi difficilmente – come ci ha insegnato Tomatis – la Scienza rimane al “di sopra delle parti”, e troppo spesso invece è condizionata da conflitti di interesse.
Chi trae profitti e vorrebbe continuare a farlo. Il solo glifosato, in varie formulazioni, rappresenta il 25% del mercato mondiale degli erbicidi ed è il prodotto attualmente più venduto in Italia: nel 2012 ne sono state vendute 1795 tonnellate (fonte SIAN 2012), pari al 14,8 %, la percentuale più alta di tutte le sostanze chimiche vendute in Italia. L’uso del glifosato negli Stati Uniti è aumentato da meno di 5.000 a più di 80.000 tonnellate all’anno tra il 1987 e il 2007. E quanto il problema del rinnovo della autorizzazione di questa molecola sia dibattuto lo dimostra il fatto che proprio ieri (6 giugno) per l’ennesima volta la Commissione Europea ha rimandato la decisione in merito.
Un recente studio dell’Università di Berkeley ha concluso che – almeno per alcune colture – non vi sono prove sufficienti per affermare che l’agricoltura convenzionale sia più efficiente e dia rese maggiori rispetto a quella biologica, e ha soprattutto affermato che: «aumentare la percentuale di agricoltura che utilizza metodi biologici e sostenibili non è una scelta, è una necessità. Non possiamo semplicemente continuare a produrre cibo senza prenderci cura del nostro suolo, dell’acqua e della biodiversità».